Distretto Rurale Dorgali Gonone
Cos'è il Distretto?
Il Distretto viene definito come una zona determinata in base a caratteristiche specifiche. La Regione Sardegna, all'art. 25 della L.R. n. 16/2014, nell'ottica di promuovere lo sviluppo rurale e le produzioni collegate al contesto produttivo storico-tradizionale sardo, disciplina, individua e istituisce i seguenti nuovi strumenti per la governance nei territori rurali:
a) distretti rurali, distretti agro-alimentari di qualità, bio distretti, distretti della pesca e dell'acquacoltura di qualità;
b) presidi (comunità del cibo);
c) reti di filiera distrettuali e reti di filiera interdistrettuali;
d) reti di paniere.
Le Direttive d'Attuazione regionali approvate con Delib. G.R. n. 26/45 del 30.5.2017 ci aiutano a meglio definire gli strumenti sopraindicati, come di seguito si elencano:
1. Distretti rurali: i sistemi produttivi locali di cui all’articolo 36, comma 1, della legge 5 ottobre 1991, n. 3171, e successive modificazioni, caratterizzati da un’identità storica e territoriale omogenea derivante dall’integrazione fra attività agricole e altre attività locali, nonché dalla produzione di beni o servizi di particolare specificità, coerenti con le tradizioni e le vocazioni naturali e territoriali.
Si definiscono sistemi produttivi locali i contesti produttivi omogenei, caratterizzati da una elevata concentrazione di imprese, prevalentemente di piccole e medie dimensioni, e da una peculiare organizzazione interna.
2. Distretti agro-alimentari di qualità: i sistemi produttivi locali caratterizzati da significativa presenza economica e da interrelazione e interdipendenza produttiva delle imprese agricole e agro-alimentari, nonché da una o più produzioni certificate e tutelate ai sensi della vigente normativa comunitaria o nazionale, oppure da produzioni tradizionali o tipiche.
3. Bio distretti: i sistemi produttivi caratterizzati da significativa presenza economica di filiere produttive a carattere biologico, in conformità alle disposizioni del regolamento (CE) n. 834/2007 del Consiglio del 28 giugno 2007 relativo alla produzione biologica e all’etichettatura dei prodotti biologici e che abroga il regolamento (CEE) n. 2092/91. Gli stessi possono coincidere con i territori già identificati con i distretti rurali o agro-alimentari di qualità, sovrapponendosi, oppure costituire unità autonome, con confini propri non corrispondenti a quelli dei distretti rurali o agro-alimentari di qualità.
4. Distretti della pesca e dell’acquacoltura di qualità: i sistemi produttivi locali aventi le caratteristiche di cui all’articolo 36, comma 1, della legge n. 317 del 1991, caratterizzati da un’identità storica e territoriale omogenea derivante dall’integrazione fra attività ittiche e altre attività locali, nonché dalla produzione di beni o servizi di particolare specificità, coerenti con le tradizioni e le vocazioni naturali e territoriali.
5. Presidi (comunità del cibo): le comunità, stabilmente organizzate, formate da imprese-associazioni o gruppi culturali locali e da consumatori finali che pongono al centro delle proprie attività la produzione e il consumo di cibi “buoni, puliti e giusti” fortemente legati a un piccolo territorio dal punto di vista storico, sociale e culturale e che perseguono uno sviluppo armonico e sostenibile del proprio contesto.
6. Distretti rurali di filiera: le reti formate da imprese in cui tutte le attività che vanno dalla materia prima al prodotto finito sono svolte in un determinato contesto territoriale omogeneo, solitamente coincidente con il territorio di un Gruppo di azione locale (GAL) o distretto rurale dove la cooperazione tra imprese della filiera è basata su accordi di filiera a carattere pluriennale, che regolamentano ruolo e contributo dei vari attori, in maniera trasparente, e che fanno parte integrante degli accordi costitutivi di rete.
7. Reti interdistrettuali di filiera: le reti formate da imprese in cui tutte le attività che vanno dalla materia prima al prodotto finito sono svolte in un determinato contesto territoriale che abbraccia più territori omogenei (quali imprese di più distretti/più GAL), dove la cooperazione tra le imprese della filiera è basata su accordi a carattere pluriennale, che regolamentano ruolo e contributo dei vari attori, in maniera trasparente e che fanno parte integrante degli accordi costituitivi di rete.
8. Reti di paniere: le reti soggetto, che si costituiscono in chiave export/internazionalizzazione di più reti di imprese dell’agro-alimentare in un’unica rete, finalizzate alla formazione di un paniere espressione delle imprese aderenti e dei territori coinvolti, dove la cooperazione tra imprese dell’agro-alimentare è basata su appositi accordi inerenti la formazione e gestione operativa del paniere stesso, che fanno parte integrante degli accordi costitutivi di rete e regolamentano ruolo e contributo dei vari attori in maniera trasparente.
Come avviene il riconoscimento del Distretto?
La procedura si articola attraverso tre fasi distinte:
1. individuazione del Distretto
2. costituzione del Distretto
3. riconoscimento del Distretto
Come funziona un Distretto?
Il funzionamento del Distretto è disciplinato dallo Statuto e dal Regolamento del Distretto.
Quali sono gli organi del Distretto?
a) L’Assemblea dei soci.
b) Il Consiglio Direttivo.
c) Il Presidente del Distretto.
d) Il Tavolo di consultazione.
e) L'Organo di Controllo.
Il Distretto deve dotarsi di un Regolamento?
Ogni Distretto deve dotarsi di un Regolamento che disciplina:
- le modalità di elezione degli organi del Distretto;
- le eventuali quote associative annuali;
- le modalità di convocazione degli Organi del Distretto;
- le modalità di adesione al Distretto;
- le modalità di reclutamento e i compiti dell’eventuale personale impiegato;
- le procedure per l’acquisizione di beni e servizi.
Come avviene il riconoscimento di un Distretto?
Il procedimento di riconoscimento dei Distretti è coordinato dal Direttore Generale dell’Assessorato dell’Agricoltura e Riforma Agro-Pastorale che:
- individua, in relazione alla tipologia di distretto della quale si chiede il riconoscimento, il Servizio dell’Assessorato competente agli adempimenti istruttori;
- nomina la/e commissione/i per l’istruttoria delle istanze di individuazione e di riconoscimento dei Distretti;
- propone all’Assessore dell’Agricoltura e Riforma Agro – Pastorale le proposte riconoscimento e revoca dei Distretti ai fini dell’adozione delle conseguenti deliberazioni della Giunta regionale;
- comunica il riconoscimento e/o la revoca dei Distretti ai legali rappresentanti dei soggetti interessati.
I servizi dell’Assessorato dell’Agricoltura e Riforma agro – Pastorale, individuati come competenti, provvedono a tutti gli adempimenti istruttori relativi alle fasi di individuazione, costituzione e riconoscimento dei distretti, come individuate dalle presenti direttive e dalla legge regionale n. 16 del 2014.
L’Agenzia regionale LAORE Sardegna è competente in relazione alle seguenti attività:
- supporto ai comitati promotori per l’animazione territoriale durante le fasi di individuazione e costituzione dei Distretti;
- supporto ai comitati promotori e/o ai distretti esistenti nella redazione e/o aggiornamento dei Piani di Distretto;
- supporto all’Assessorato dell’Agricoltura e Riforma Agro - Pastorale per l’istruttoria delle istanze di individuazione e riconoscimento dei Distretti.
Incontri di animazione territoriale
► Video della seduta del 31/01/2020
► Video della seduta del 07/02/2020
► Video della seduta del 14/02/2020
► Video della seduta del 21/02/2020
► Video della seduta del 03/09/2020
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E-mail: distrettodorgaligonone@gmail.com
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Data di ultima modifica: 16/06/2021